Il Pelagosa
Il posamine “Pelagosa” costruito nel 1927, lungo poco meno di 70 mt. fu la prima nave militare italiana ad andare perduta dopo l’armistizio dell’ 8 settembre. Affondò il 9 settembre 1943, centrata dai colpi di cannone, provenienti dalle batterie poste a difesa del porto di Genova, che nel frattempo erano cadute in mano tedesca. Il relitto giace capovolto, su un fondale per lo più sabbioso/fangoso di 37 mt; la prua è distaccata. Le sovrastrutture sono in parte collassate, sia a seguito dell’impatto con il fondale, sia per l’effetto del mare e del tempo.
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Negli anni 70 la nave è stata depredata di gran parte degli oggetti asportabili, tuttavia il relitto presenta ancora un certo fascino.
L’immersione inizia a poppa dove la cima d’ormeggio è ancorata alla femminella del timone, vicino agli assi porta eliche (ma le eliche non ci sono più) e prosegue lungo lo scafo e la murata sinistra in direzione NO, verso la prua, separata e orientata verso SO. Una grande quantità di lamiere e rottami costeggia la murata opposta.
La penetrazione, possibile fino a qualche anno fa attraverso alcuni squarci sulle murate, è ormai sconsigliata a causa delle condizioni di deterioramento del relitto e per il fatto che i motori e altri apparati, ancora appesi, presentano il rischio sempre più concreto di distacco. Con una buona torcia si possono comunque osservare molti degli spazi interni senza doversi addentrare.
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La vita marina non è particolarmente ricca nei dintorni salvo rari avvistamenti di cernie o gronghi ma il contesto conserva comunque aspetti interessanti per gli appassionati di relitti.
Il sito è molto adatto anche al perfezionamento dei brevetti di specialità Deep (immersione ricreativa profonda, entro i 40 mt.) e per l’addestramento alle immersioni tecniche.